Allenare la consapevolezza emotiva

Allenare la consapevolezza emotiva attraverso la scrittura

C’è un tema centrale per la nostra crescita personale che molto spesso il mondo frenetico a cui siamo abituati sposta in secondo piano: le emozioni. Siamo presi dal fare, dalle urgenze, dai pensieri… e tante volte non ci accorgiamo nemmeno di come ci sentiamo davvero. Eppure, anche quando non ce ne rendiamo conto, le emozioni influenzano le nostre decisioni, il nostro modo di comunicare.

Lo psicologo e psicoterapeuta Filippo Mittino nel suo libro Scrivere per emozioni (Interlinea, 2023) propone una guida per imparare a raccontarsi allenando la propria consapevolezza emotiva, che aiuta a riconoscere che cosa sentiamo, quando lo sentiamo e perché. Citazioni di grandi autori fanno da guida nell’esplorazione di alcune emozioni – rabbia, desiderio, amore, nostalgia tra le altre – e danno lo spunto per degli esercizi concreti utili a organizzare il proprio mondo interiore.

Di seguito il capitolo sulla rabbia: possa servire come primo passo per provare ad avvicinarsi alle emozioni, nucleo essenziale che guida i nostri comportamenti. Solo una volta che avremo imparato davvero a conoscerle e ascoltarle, saremo in grado davvero di scegliere come agire con consapevolezza e maggiore lucidità.

Rabbia

Gli ho detto: «Dimmi la verità», e ha detto: «Quale verità?» e disegnava in fretta qualcosa nel suo taccuino e m’ha mostrato cos’era, era un treno lungo lungo con una grossa nuvola di fumo nero e lui che si sporgeva dal finestrino e salutava col fazzoletto. Gli ho sparato negli occhi. M’aveva detto di preparargli il termos per il viaggio. Sono andata in cucina e ho fatto il tè, ci ho messo il latte e lo zucchero e l’ho versato nel termos, ho avvitato per bene il bicchierino e poi sono tornata nello studio. Allora m’ha mostrato il disegno e ho preso la rivoltella nel cassetto del suo scrittoio e gli ho sparato. Gli ho sparato negli occhi. Ma già da tanto tempo pensavo che una volta o l’altra gli facevo così.

Natalia Ginzburg

L’incipit del romanzo È stato così della Ginzburg ci porta direttamente all’interno di uno dei significati che ha l’emozione della rabbia. Chi parla è la moglie che negli anni ha accumulato un grande senso di frustrazione derivato dal tradimento da parte del marito e da uno stile di vita che non teneva conto dei suoi bisogni. Dopo aver tollerato e accettato alcune situazioni che per lei erano emotivamente complicate arriva a dare sfogo alla sua rabbia tramite un gesto estremo: uccidere il marito.

Una delle funzioni che questo sentimento può assolvere è proprio raccontare un carico eccessivo di frustrazione che può addirittura tramutarsi nel desiderio di uccidere la persona che le ha procurate.

Certamente nel momento in cui ci troveremo a scrivere non saremo nelle stesse condizioni della protagonista, ma magari avremo da gestire fantasie che hanno avuto a che fare con notevoli quote di rabbia che hanno rischiato di tramutarsi in azioni di tipo violento. È uno dei significati della rabbia.

Ma nella vita, sin da quando siamo stati bambini, abbiamo sperimentato anche una rabbia in qualche modo utile all’interno della relazione. Quando un adulto faceva delle richieste che noi non avevamo voglia di assolvere o che ci sembravano troppo difficili da gestire, quello che accadeva era proprio arrabbiarsi. Questo tipo di emozione serve anche per porre distanza nei legami. La utilizziamo cioè per rompere o interrompere momentaneamente delle relazioni nelle quali ci sentiamo dipendenti e fatichiamo a uscire. È un modo quasi infallibile perché rigetta sull’altro la responsabilità di come stiamo e crea una situazione nella quale il dialogo e quindi il confronto risultano impossibili.

La rabbia è una modalità umana, istintiva, che abbiamo di reagire a fatti che tutto sommato non ci piacciono, siano esse frustrazioni oppure relazioni percepite come complicate. Ricordiamoci anche che è un modo di reagire un po’ primitivo, nel senso che non è meditato fino in fondo: è più una reazione automatica.

Proviamo a scrivere un testo narrativo che abbia come protagonista la rabbia, cioè la stessa rabbia sarà la voce narrante. Dovrà raccontare in che parte dell’animo vive, quali sono i motivi che la fanno uscire dal suo rifugio, citando un fatto della nostra vita, quanto è contenta di farlo, come passa il resto del tempo ecc.

 

Estratto da Filippo Mittino, Scrivere per emozioni. Una guida per raccontarsi, con una nota di Antonio Ferarra, Interlinea, Novara 2023, pp. 49-51.

 

Filippo Mittino è psicologo e psicoterapeuta. Svolge attività clinica con bambini e adolescenti. Conduce laboratori di scrittura per emozioni con ragazzi e adulti, svolge attività di ricerca nell’ambito della psicologia applicata alla narrazione. Inoltre, in ambito scolastico e educativo conduce sportelli d’ascolto, si occupa di progetti d’orientamento e educazione relazionale affettiva, progetta e realizza attività di formazione per insegnanti, genitori e educatori.

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Author: Redazione

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