Che legame può esserci tra Kafka e l’Intelligenza Artificiale? E tra Guglielmo da Baskerville, protagonista del Nome della rosa, e l’incertezza della nostra epoca? Queste domande introducono un percorso di riflessione proposto sulla piattaforma i•dive di Gruppo Pragma, dedicato all’AI Awareness. Tra i materiali disponibili, video e podcast affrontano temi legati alle trasformazioni culturali e professionali portate dall’Intelligenza Artificiale. Alcuni contenuti si ispirano a opere d’arte, libri e film – come Il processo di Kafka e Il nome della rosa di Umberto Eco – utilizzandoli come strumenti per interpretare il presente e stimolare il pensiero critico. Segue un esempio di esperienza riflessiva incentrata sulla capacità di discernimento, indispensabile per orientarsi nel contesto complesso del mondo attuale.
Ogni giorno ci troviamo in mezzo al rumore. Clacson, annunci della metropolitana e notifiche del telefono. Ma non solo. Il rumore che ci sommerge ogni giorno è fatto anche di notizie, opinioni, decisioni e urgenze… Tutto ci tira da una parte e contemporaneamente anche dall’altra. Come uscirne?
Prova a immaginare di essere in un labirinto. Pareti alte, sentieri che si biforcano, vicoli ciechi e una sensazione costante di disorientamento. A volte ti sembra di sapere dove andare, ma poi ti ritrovi di fronte a un muro.
Ecco. Possiamo paragonare questo labirinto alla nostra quotidianità fatta di mail, riunioni, priorità che cambiano e decisioni da prendere. La vera sfida è capire dove andare, che cosa è importante seguire e che cosa invece è necessario lasciar perdere. Ma non sempre troviamo il tempo di fermarci a riflettere su come possiamo muoverci. E per questo ci sentiamo sommersi.
Troviamo una sensazione analoga di smarrimento tra le pagine di uno dei più grandi scrittori europei di inizio Novecento: Franz Kafka. Il suo romanzo Il processo si racconta una storia paradossale in cui il protagonista, Josef, viene accusato da ignoti di un crimine che non conosce.
Kafka racconta molto bene il senso di fatica e frustrazione di Josef nel vagare all’interno di un sistema burocratico, opaco e incomprensibile. Cerca una via d’uscita, ma la mancanza di direzione e l’assenza di qualsiasi punto di riferimento lo condannano a girare invano all’interno di un labirinto inestricabile. Un labirinto dentro al quale Josef alla fine soccombe.
Il Processo parla di una realtà che non consente di distinguere l’essenziale dal superfluo. Si tratta di un sistema che sommerge il protagonista di informazioni, impedendogli di capire quali siano quelle davvero rilevanti. E qui la domanda scomoda: quante volte ti capita di muoverti come Josef? Leggi, rispondi alle mail e commenti tutto con l’illusione di avere il controllo della situazione. Ma resta la percezione di girare a vuoto all’interno del labirinto.
C’è un altro labirinto, quello del monastero medievale situato tra le Alpi piemontesi dove è ambientato il romanzo di Umberto Eco Il nome della rosa. Qui il protagonista è Guglielmo da Baskerville. Il labirinto nel quale si ritrova è fatto di dogmi, misteri e mezze verità che ruotano introno a una serie di omicidi inspiegabili. A differenza di Josef, Guglielmo da Baskerville non si perde. Perché?
Perché non cerca risposte immediate e non si lascia distrarre dalle apparenze. Osserva, riflette e connette i puntini, usando la logica, il dubbio e il pensiero critico. Grazie alla sua capacità di discernimento, riesce a comprendere che dietro i delitti si cela un complesso intreccio di potere, conoscenza proibita e fanatismo religioso. Il suo successo dimostra come la capacità di interrogarsi in modo mirato e di distinguere tra verità e menzogna sia determinante per risolvere un enigma. Ecco il punto: Guglielmo non è più intelligente di Josef. È più consapevole.
E allora, che cosa distingue davvero chi si perde da chi trova una via d’uscita?
Non è la quantità di informazioni a disposizione. La differenza è la capacità di interpretarle. Perché il mondo di oggi non è povero di dati. Anzi. Siamo immersi in una sovrabbondanza di stimoli, di contenuti, di notizie. Ma non serve sapere tutto, se non sappiamo cosa conta sapere. In un labirinto dove tutto sembra importante, chi sa farsi le domande giuste e discernere, trova la strada.
Il testo che hai appena letto (e in parte ascoltato) è tratto da uno dei tanti podcast e video di riflessione guidata presenti nel nuovo percorso AI Awareness di i•dive. Materiali che invitano a fermarsi, elaborare ciò che si è appreso nelle palestre digitali e trasformarlo in consapevolezza e nuove prospettive, grazie a esempi tratti dal mondo dei libri, dell’arte e del cinema. Con AI Awareness alleni adattabilità, spirito critico, comunicazione, creatività e decisioni informate per lavorare davvero con l’Intelligenza Artificiale, non solo usarla. Scopri di più e visita il sito: i•dive AI Awareness