Il mondo di oggi ci permette di essere in costante connessione gli uni con gli altri, l’Intelligenza Artificiale ci supporta in ogni dubbio fornendoci soluzioni apparentemente immediate e funzionali. Si ha l’impressione di avere ogni cosa a portata di mano e che ogni giorno venga progettata un’innovazione che consentirà all’uomo di vivere sempre meglio, senza difficoltà. Come si spiegano allora l’insoddisfazione dilagante, la rabbia repressa che esplode nei momenti meno opportuni e il senso di solitudine sempre più diffuso?
Chiara Giaccardi e Mauro Magatti si interrogano su tali questioni e provano a dare una risposta in Macchine celibi. Meccanizzare l’umano o umanizzare il mondo? (Il Mulino, 2025).
Antidoti
Nei percorsi di coaching si riflette spesso sull’importanza di creare un team solido, un gruppo di lavoro coeso sul quale fare affidamento nei momenti di maggiore difficoltà e con cui condividere dubbi e insicurezze. Questo è sicuramente uno degli antidoti alla solitudine e all’individualismo, uno dei «segnali di speranza» di cui si parla nel libro.
[…] cerchiamo autenticità, ma finiamo isolati e assorbiti da un sistema che ci vuole funzionanti.
L’idea di doversi continuamente confrontare con un nuovo obiettivo da raggiungere in breve tempo per poter rimanere al passo con i colleghi, con i coetanei o, in alcuni casi, con il resto del mondo, porta a vivere situazioni emotivamente pesanti e sfocia nel burnout con conseguente isolamento sociale. Attivare reti di collaborazione e aprirsi a nuovi legami può essere una soluzione per contrastare la sopraffazione e lo stress derivanti dall’idea di dover essere sempre performanti e al passo con i tempi.
Grande vetro
Facciamo un passo indietro all’interessante opera Grande vetro di Marcel Duchamp (1915-1923) che risulta oggi particolarmente attuale e aiuta a visualizzare quanto detto fino a ora.
Giaccardi e Magatti nella prefazione a Macchine Celibi introducono l’opera di Duchamp come esempio dei due poli su cui si è eretta la modernità e su cui si erge anche la contemporaneità. Il Grande vetro è costituito da due sezioni separate da un vuoto: in alto vi è “la sposa”, entità celeste simbolo del desiderio anarchico e irraggiungibile e sotto ci sono “i celibi”, ovvero figure meccaniche che si muovono in un ciclo continuo senza mai raggiungere il loro scopo. Questi ultimi sono dunque una metafora dell’inaccessibilità dell’oggetto del desiderio e, conseguentemente, della frustrazione e della solitudine.
Nella visione di Duchamp e degli autori, i celibi non sono altro che una rappresentazione dell’uomo moderno, alla continua ricerca di qualcosa che risulta difficile da raggiungere.
Le nostre vite sono sempre più «ordinate in base a criteri performativi» e anche i nostri sogni sono regolati da una volontà altra rispetto alla nostra, per questo risulta difficoltoso ottenere ciò che ci si è prefissati e si ricade in sentimenti negativi.
Leibniz e i surrealisti
Il filosofo tedesco Leibniz aveva teorizzato «una scienza matematica universale», un sistema che fosse in grado di tradurre in calcoli ogni pensiero umano e aspirava a creare un «alfabeto del pensiero umano», un linguaggio che rappresentasse le idee con chiarezza e che si potesse sfruttare anche per risolvere le dispute, applicando regole di calcolo.
Al contrario di Leibniz, nel Novecento i surrealisti si oppongono alla dominazione della scienza e della tecnica, proclamando la sacralità della libertà individuale e proponendo un ritorno all’arte e alla scrittura come via di fuga dalla modernità.
Il confronto tra questi due pensieri, elaborati in epoche storiche diverse eppure così attuali, induce a riflettere su come si sia evoluta la nostra società e su come si possa trovare un compromesso tra le due posizioni per non essere totalmente assorbiti da un mondo fondato su calcoli e algoritmi.
La lettura di Macchine celibi si inserisce perfettamente in un percorso di coaching in quanto rimarca la necessità di non lasciarsi sopraffare da aspettative esagerate e precostruite e sottolinea quanto i rapporti umani continuino ad avere un ruolo fondamentale nella vita di tutti, sia sul posto di lavoro che nel privato.
Il libro invita poi a elaborare un pensiero critico su temi che ci riguardano in prima persona, dei quali è sempre più importante essere consapevoli per comprenderne le diverse sfaccettature.
Chiara Giaccardi, Mauro Magatti, Macchine celibi. Meccanizzare l’umano o umanizzare il mondo?, Il Mulino, Bologna 2025, pp. 9-16.









