Riconoscere i pensieri negativi

Riconoscere i pensieri negativi per essere manager migliori

Quando ci prepariamo ad affrontare una sfida, che sia grande o piccola, nella nostra vita professionale o privata, spesso ci sembra di salire su un ottovolante emotivo. Ogni curva ci fa sentire un po’ più in alto, per poi lanciarci in discese improvvise, come se fossimo in balia di un movimento incontrollabile che ci scuote dentro e fuori.

In questo viaggio, dove a tratti ci sentiamo invincibili, pronti a tutto e subito dopo fragili e confusi, i pensieri negativi, a volte, iniziano a fare capolino. Ci sembra che stiano ostacolando le nostre buone intenzioni di cambiamento, come catene invisibili che ci legano e ci impediscono di esprimere tutto il nostro potenziale. Sono quelle voci interiori che tutti conosciamo, che ci suggeriscono di fermarci, di non agire, di non rischiare, di credere che non ce la faremo o che non siamo abbastanza capaci.

Negli anni ’60, lo psichiatra Aaron T. Beck, ha studiato questi pensieri auto-sabotanti chiamandoli ANTs (Automatic Negative Thoughts), pensieri automatici negativi, che ci assalgono senza preavviso, portandoci a essere estremamente critici e pessimisti. Questi influiscono negativamente sul nostro stato emotivo, sulla nostra fiducia nelle nostre capacità e sulla nostra predisposizione ad agire. Giocando sull’acronimo ANT, che in inglese significa “formica”, e traendo spunto dagli studi dello psichiatra Daniel G. Amen, è possibile identificare alcune tra le tipologie più comuni di questi pensieri infestanti. Queste “formiche” metaforiche si insinuano nel nostro pensiero, compromettendo la lucidità delle scelte e ostacolando il cambiamento. Vediamole insieme:

La formica del Polo

Immaginate un pensiero che riduce il mondo alla rigidità degli opposti: bianco o nero, tutto o nulla, buono o cattivo. Questa formica spinge verso un ragionamento assolutistico, eliminando le sfumature che rendono il pensiero umano così ricco e variegato. È una forma di inflessibilità mentale che, di fronte al cambiamento, impone un’unica via possibile: la perfezione. E poiché la perfezione è irraggiungibile, il risultato è spesso un blocco totale. La logica del “tutto o niente” è una trappola micidiale, dove il nulla prevale quasi sempre.

La formica “nero profondo”

Esiste un tipo di pensiero che si nutre esclusivamente di ombre. Questa formica si concentra sui pericoli, sugli ostacoli, sulle difficoltà, come se il mondo fosse un immenso campo minato. È il pensiero che indossa il “cappello nero”, ben descritto da Edward De Bono, incapace di vedere il bicchiere mezzo pieno. Più subdola è la sua capacità di trasformare la paura in realtà: le previsioni nefaste diventano spesso profezie che si autoavverano, portando al fallimento ciò che, con un approccio diverso, avrebbe potuto prosperare.

La formica emotiva

Quando un’emozione intensa domina la mente, il pensiero si restringe come una finestra socchiusa. Questa formica agisce attraverso ciò che lo psicologo Paul Ekman chiama “filtraggio selettivo”: l’emozione diventa il filtro unico attraverso cui osservare il mondo, catturando solo quelle informazioni che la confermano. È un meccanismo che riduce la complessità del reale a un frammento, impedendo una visione d’insieme e condannandoci a un pensiero parziale e distorto.

La lotta contro queste “formiche mentali” per un manager è un esercizio quotidiano di attenzione e cura, una forma di manutenzione della mente che richiede consapevolezza e pazienza. Ogni pensiero automatico negativo può essere smascherato, analizzato e, in molti casi, trasformato in un’opportunità di crescita. Come un giardino infestato da erbacce, la nostra mente ha bisogno di essere ripulita, affinché possa fiorire. Riconoscere le trappole del pensiero è il primo passo per riappropriarsi del proprio potenziale, per liberare le energie necessarie a guardare oltre i limiti che spesso ci auto-imponiamo.

 

Avete appena letto un estratto del libro Il potere degli errori di Alberto Varriale, docente nell’ambito delle tematiche manageriali. L’autore, partner della società di consulenza manageriale Newton S.p.A., ha rielaborato gli articoli scritti negli ultimi anni insieme ai colleghi per la rubrica Sbagliando si impara del sito del “Sole 24 Ore”: conoscenze, strategie, intuizioni, esperienze utili per valorizzare gli errori che si compiono sul lavoro e trarne insegnamenti concreti perché considerati momenti formativi e non fallimenti.

Se siete dei manager o state cercando degli spunti di riflessione per rimettervi in gioco nel vostro lavoro e volete scoprire altre “formiche”, pensieri negativi, e consigli pratici per poterli allontanare, non perdetevi il nuovo libro di Alberto Varriale Il potere degli errori.

 

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