Da sempre il comodino è, per chi legge, una specie di specchio del momento che sta vivendo. Se è sovraffollato di libri, forse state navigando tra vari interessi. Se c’è solo un titolo, forse state seguendo una traccia precisa. Se c’è un sottile strato di polvere… beh, sapete voi quanto tempo avete dedicato alla lettura ultimamente.
Qualche sera fa ho notato quello del mio compagno: Morte a Venezia di Thomas Mann, De Profundis di Salvatore Satta, e… Bastoncino di Julia Donaldson e Alex Scheffler. Trovate l’intruso?
Questo contrasto mi ha fatto sorridere, ma anche pensare a quanto, quando condividiamo la vita (o il lavoro) con esseri umani che ancora non sanno leggere, ci ritroviamo a frequentare storie e linguaggi molto diversi da quelli a cui siamo abituati. E in questi anni – in cui la produzione di albi illustrati di altissima qualità è esplosa – mi capita sempre più spesso di cogliere, tra quelle pagine, intuizioni profonde su crescita, emozioni e relazioni.
Non so se è la mia mente che cerca connessioni o il fatto che molti genitori lavoratori vivono con identità parallele, ma spesso, mentre leggo una storia ai miei figli, sento un’eco del mio lavoro di coach. E a me, queste risonanze, piacciono molto.
Così ho pensato di proporvi un piccolo viaggio semiserio – ma affettuoso e rigoroso – tra alcune competenze chiave del coaching e quattro libri per bambini che le raccontano in modo sorprendente. Aggiungendo una domanda che possa ispirare un vostro pensiero.
A qualcuno strapperà un sorriso. A qualcun altro forse offrirà uno spunto. Magari vi verranno in mente altri titoli da affiancare (e in quel caso: scriveteci!)
Il seme di carota di Ruth Krauss, Topipittori
Un piccolo grande classico, pubblicato per la prima volta nel 1945. Parla di focalizzazione, fiducia e perseveranza.
Il protagonista pianta un seme. Tutti gli dicono che non crescerà. Ma lui lo annaffia ogni giorno, con pazienza e determinazione. Non si lascia scoraggiare, resta centrato sul suo obiettivo, connesso con ciò che sa, o forse immagina. E alla fine…
Domanda di coaching ispirata:
Cosa ti fa credere in questo progetto, anche se gli altri non lo vedono ancora?
Che succede in fondo al mare? di Tomoko Ohmura, Babalibri
La prima volta che l’ho letto, mi è sembrato un viaggio onirico. Poi, grazie all’ossessione di mio figlio per questo albo, ho iniziato a coglierne le risonanze con la visione sistemica, la collaborazione e il lavoro di squadra.
In fondo al mare, centinaia di pesci aspettano. In fila. In silenzio. Nessuno sa bene cosa stia per succedere, ma tutti fanno la propria parte. E alla fine, grazie al piccolo gamberetto che guida la fila, scopriamo che c’è un disegno più grande (no spoiler).
Domanda di coaching ispirata:
Cosa accade quando ognuno dà il meglio di sé, ma con uno scopo comune?
Oh no, George! di Chris Haughton, Lapis Edizioni
Un albo spassoso ma profondo, che parla di controllo degli impulsi e lucidità cognitiva. George è un cane tenero che vuole comportarsi bene… ma poi vede una torta. O la spazzatura. O un gatto.
Prova a resistere. Non sempre ci riesce. Ma poi si rialza e riprova. Come tutti noi, quando lavoriamo sulla coerenza tra intenzioni e comportamenti.
Domanda di coaching ispirata:
Qual è il ‘gatto’ che ti fa perdere lucidità? E cosa puoi fare per riconoscerlo in tempo?
Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni, Babalibri
Non potevo che chiudere questo viaggio con questo capolavoro della letteratura per l’infanzia. Due amici si abbracciano così forte da diventare verdi. E nessuno li riconosce più. Devono allora ritrovare sé stessi, nel cambiamento.
Una storia sulla trasformazione dell’identità nella relazione, sull’inclusione, e sull’integrazione tra diversità. E su come con immagini molto semplici, quasi primordiali, come quelle che raccontano questa storia, si possa arrivare al profondo di concetti molto complessi. Un po’ come succede al coach, quando trova la domanda che smuove convinzioni di anni, magari solo con qualche parola messa in fila.
Domanda di coaching ispirata:
Quale parte di te è rimasta, anche dopo un grande cambiamento?
Il coaching, come la letteratura per l’infanzia, lavora con le grandi domande e i gesti semplici.
Entrambi richiedono ascolto, cura, fiducia. E creano spazi di possibilità. Forse è per questo che, in fondo, alcune delle domande più potenti mi arrivano proprio dopo una storia letta sul tappeto, con una coperta addosso e due occhi sgranati accanto.
Silvia Pallaver, Head of Coaching and Mentoring Unit, Certified Coach and Learning and Development Expert
