Dalla formazione tradizionale all’e-coaching

Esistono oggi, sul mercato, diverse piattaforme di e-coaching che presentano peculiarità e funzionalità che contribuiscono a differenziarle nel contesto di riferimento. Innanzitutto è necessario chiarire che cosa si intende per e-coaching. Il termine indica la metodologia dedicata ad accompagnare una persona nello sviluppo personale, attraverso una relazione di aiuto prolungato nel tempo che avviene in modo digitale. Nasce come attività dedicata a potenziare capacità e modalità di agire di manager e professionisti nella loro vita aziendale e organizzativa.

Le conseguenze della diffusione dell’e-coaching

L’e-coaching ha conosciuto una fortissima espansione in particolare negli ultimi anni, come risultato diretto dell’affermazione, sempre più crescente, delle nuove tecnologie; questo fenomeno comporta la diffusione di strumenti e tecnologie di supporto che incrementano i tassi di digitalizzazione e la maggiore automazione delle pratiche di coaching. Queste recenti novità conducono principalmente a due fenomeni: l’abbattimento dei costi del coaching (ritenuto fino a poco tempo fa inaccessibile da moltissimi utenti) e la conseguente democratizzazione dell’intervento di coaching.

Sono molte le piattaforme che cercano di cavalcare quest’onda e sfruttare il pieno potenziale di tali strumenti. Tra queste spicca sicuramente CoachHub: la piattaforma, di dimensione e respiro internazionale, ha infatti legato il proprio modello di business alla democratizzazione e scalabilità totale del coaching. Tale visione, tuttavia, ha comportato investimenti ingenti legati all’automazione e all’Intelligenza Artificiale, tramite lo sviluppo di chatbot e software di assistenza in ingresso che affiancano i coach umani nel rapporto di aiuto e supporto al cliente, tipicamente nelle fasi iniziali, in quanto meno specifiche e più impersonali.

Mettere al centro l’umano

Questo tipo di scelte strategiche di business, tuttavia, comportano la nascita di dibattitti circa l’eticità delle decisioni e delle strade intraprese. Vi sono, infatti, altre piattaforme che stanno sì investendo nell’Intelligenza Artificiale, seppur con risorse finanziarie molto più limitate, ma ponendo sempre al centro del rapporto la persona umana e la sua maggiore capacità di stabilire empatia e connessione con il cliente. Lo scopo dell’e-coaching, infatti, è quello di favorire la crescita del cliente, attraverso una relazione tra coach e coachee guidata dalla tecnologia. A oggi, tuttavia, ci sono ancora alcuni pregiudizi sull’efficacia dell’e-coaching: il processo, però, dovrebbe essere giudicato non tanto in confronto al coaching tradizionale, che conserva alcuni evidenti vantaggi, ma piuttosto sulla base dei risultati e degli obiettivi che vengono raggiunti.

Le cinque dimensioni dell’e-coaching secondo Gian Maria Zapelli

Partendo da questo punto di vista, è opportuno sottolineare come l’e-coaching includa alcune pratiche, logiche di funzionamento e modalità, che appartengono al coaching tradizionale. Attraverso una revisione e un potenziamento di queste ultime, l’e-coaching mira a implementare nuovi comportamenti, riducendo le abitudini ritenute meno efficaci. Secondo Gian Maria Zapelli, consulente, coach e ideatore di numerose innovazioni nell’ambito del coaching, ci sono cinque dimensioni principali su cui si basa un modello e programma funzionante di e-coaching:

  • Avvio: si manifesta nel primo incontro tra coach e coachee. Il coachee entra nella suite digitale personalizzata avviando una serie di azioni e comportamenti che costruiscono e rafforzano il rapporto con il coach.
  • Focus: consiste nel focalizzare uno sforzo finalizzato al raggiungimento di un obiettivo, con il fine di modificare alcune abitudini poco efficaci e implementarne di nuove.
  • Effort: creazione di uno sforzo consapevole e mirato sui modi di comportarsi e agire. Il coachee riceve dal coach un programma di azioni, finalizzate ad allenare nuovi modi di agire nell’esperienza della vita quotidiana.
  • Focus: il coachee chiede, all’interno di un’apposita sezione del proprio ambiente digitale, una richiesta di feedback sul proprio operato.
  • Insistence: il coach guida il coachee nell’abitudine e nella perseveranza verso lo sforzo e nell’applicazione dei comportamenti necessari al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, finché non si sarà generata la nuova abitudine desiderata.
Fiducia e comunicazione efficace nell’e-coaching

Ci sono pareri discordanti sui vantaggi e gli svantaggi delle due principali modalità di coaching. L’e-coaching ha dovuto affrontare, e affronta ancora oggi, diverse sfide relative ad attività ritenute scomode o svantaggiose da praticarsi a distanza. Infatti, molti ritengono che l’e-coaching non sia efficace in determinate situazioni che richiedono la presenza fisica del coach, che si attua tramite azioni gestuali, parole o sguardi. Vi sono, infatti, alcune dimensioni della comunicazione non verbale e paraverbale che il coaching a distanza non può garantire. Due sono i principali svantaggi che il coaching a distanza affronta ancora oggi: il problema di stabilire un rapporto di fiducia tra coach e coachee e l’impostazione di un modello di comunicazione efficace:

  • Fiducia: molti studiosi ritengono che, per iniziare una relazione efficace di coaching, sia necessario partire sempre da un incontro dal vivo, sia esso realizzato di persona o tramite videoconferenza. È stato dimostrato tuttavia che l’impatto della comunicazione a distanza tra coach e coachee raccoglie indicativamente gli stessi risultati di quella faccia a faccia.
  • Comunicazione efficace: molti studiosi ritengono che la comunicazione a distanza possa diminuire, nel tempo, lo slancio e la motivazione legati al percorso di coaching intrapreso, in quanto la comunicazione è asincrona e, quindi, mancante del caratteristico entusiasmo della relazione fisica. Questa convinzione resta abbastanza diffusa, nonostante le moderne tecnologie stiano contribuendo molto a rendere la comunicazione più spontanea ed efficace. Alcuni ricercatori hanno cominciato a implementare e suggerire alcune strategie utili in contesti aziendali per migliorare l’efficacia della comunicazione a distanza, creando degli ambienti virtuali il più possibile vicini alla realtà. Tra queste strategie si trovano: fornire una maggiore varietà di canali per consentire la scelta dello strumento migliore in base alla situazione, stabilire limiti e linee di riferimento per i tempi di risposta, migliorare la reattività sui tempi di risposta del coach per incentivare il coachee ad agire e convincerlo dell’efficacia del metodo, costruire una consapevolezza sulla diversità dei singoli coachee e sulle preferenze e abitudini di ciascuno.
I vantaggi dell’e-coaching

Nonostante i rischi e le sfide poste dall’e-coaching, è possibile individuare, come frutto dell’esperienza e dell’applicazione, alcuni chiari vantaggi che caratterizzano la pratica dell’e-coaching:

  • Maggiore flessibilità: il coach non impone limiti di tempo né geografici con il coachee, in quanto la relazione può avvenire in un qualsiasi momento e in un qualsiasi luogo. Le mancate limitazioni sul quando, dove e quanto tempo sembrano essere un incentivo significativo per il coachee nel propendere verso la pratica dell’e-coaching.
  • Equità sociale: molte volte accade, anche inconsciamente, che vi siano alcuni giudizi, da parte del coach, basati su stereotipi e/o processi decisionali assodati. La comunicazione su testo tramite strumenti digitali consente di abbattere le barriere della distanza fisica e di superare i pregiudizi di cui soffrono alcune minoranze.
  • Feedback immediato: l’e-coaching consente al coach di fornire feedback frequenti, regolari e immediati. La pratica di fornire un feedback è ritenuta di grande valore per la buona riuscita del percorso di coaching e il miglioramento delle prestazioni complessive.
  • Coerenza: l’e-coaching consente di implementare processi e sistemi che siano coerenti a livello di tutta l’organizzazione. Il coaching tradizionale, in questo, presenta limiti ed è maggiormente caratterizzato da soggettività.

La scelta, dunque, tra una relazione di coaching tradizionale e le nuove pratiche dell’e-coaching è del tutto personale e può variare significativamente, nell’applicazione e nelle modalità, da un coachee all’altro. Ciò che risulta evidente, tuttavia, è la capillare diffusione odierna dell’e-coaching. Questa tendenza, in continua espansione, è dovuta e facilmente riconducibile a due motivazioni principali: la pandemia da Covid-19 che ha impattato pesantemente sulle modalità di insegnamento e relazione con i coachee, dando un importante impulso all’affermazione dell’e-coaching come alternativa valida ed efficiente agli spostamenti richiesti dal coaching tradizionale (non praticabili in epoca di restrizioni governative); il contestuale rapido sviluppo delle moderne tecnologie digitali in tutti gli ambiti della vita, sia privata che nella sfera pubblica.

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