L’11 aprile 1970 la missione Apollo 13 partì dal Kennedy Space Center con l’obiettivo di portare per la terza volta l’uomo sulla Luna. A poche ore dall’allunaggio, un’esplosione improvvisa nel modulo di servizio cambiò radicalmente l’obiettivo della missione. «Houston, we’ve had a problem»: questa frase – pronunciata nel film Apollo 13 del 1995 – divenne l’emblema di una sfida senza precedenti. Gli astronauti si trovarono isolati nello spazio, con risorse limitate, i sistemi a bordo compromessi e un’unica possibilità: usare il proprio ingegno e mantenere la lucidità per sopravvivere.
In quelle ore drammatiche, l’equipaggio e il team di controllo a Houston dovettero apprendere in tempo reale, improvvisare soluzioni con ciò che avevano a disposizione e trasformare conoscenze parziali in azioni decisive. Con materiali di fortuna costruirono un filtro per l’anidride carbonica, calcolarono manualmente le traiettorie e reinventarono procedure di bordo mai sperimentate prima.
La missione Apollo 13 non raggiunse la Luna, ma divenne simbolo della learning agility, la capacità di apprendere con rapidità da situazioni nuove, di restare lucidi nel caos e di adattarsi continuamente a ciò che accade ed è incontrollabile.

Le quattro dimensioni della learning agility
La società globale di consulenza organizzativa Korn Ferry ha individuato nella Learning Agility uno dei fattori di successo più importanti per affrontare efficacemente il mondo del business.
Secondo il modello di Korn Ferry, la Learning Agility si articola in quattro dimensioni:
- agilità mentale, intesa come la possibilità di pensare in modo flessibile, guardando da diverse prospettive, al fine di cogliere connessioni inusuali e generare idee innovative;
- agilità nei risultati, ovvero la capacità di raggiungere obiettivi in situazioni nuove o difficili, imparando on the fly e mantenendo il focus malgrado la pressione e lo stress;
- agilità interpersonale, che riflette la capacità di relazionarsi efficacemente con persone diverse da noi, anche in situazioni complesse, conflittuali o nuove, mantenendo equilibrio, apertura e un mindset positivo;
- agilità nel cambiamento, ossia la predisposizione a stare nel cambiamento malgrado il disagio che può causare, con apertura, adattabilità e un atteggiamento di esplorazione e apprendimento.
La learning agility non è un tratto comportamentale, ma un’abilità che si può apprendere e allenare. Svilupparla non è semplice, richiede un percorso di crescita personale e professionale basato su autoconsapevolezza, desiderio di migliorarsi e continua autoriflessione. È fondamentale saper mettere in discussione le proprie convinzioni, accogliere feedback costruttivi anche se scomodi e cercare attivamente situazioni ed esperienze che ci consentano di uscire dalla zona di comfort. Le organizzazioni, dal canto loro, possono favorire questo processo promuovendo una cultura del feedback e dell’apprendimento continuo, in cui l’errore non sia punito, ma interpretato come un’occasione di sviluppo.
Fare la differenza sul posto di lavoro
In un contesto segnato da innovazione tecnologica, automazione e trasformazioni sociali, la learning agility emerge come una competenza fondamentale. Ciò che fa davvero la differenza per affrontare con successo le sfide che il mondo, del business e non solo, pone è la capacità di sviluppare strategie di apprendimento efficaci e di essere in grado di trasferire quanto appreso. Chi saprà coltivare questa attitudine, persone e organizzazioni, sarà in grado non solo di adattarsi al futuro, ma di guidarlo.
Foto di apertura: Apollo 13, la capsula dove alloggiavano gli astronauti, fotografata dal modulo lunare, dove l’equipaggio si rifugiò dopo l’incidente. 13 aprile 1970 / NASA









