Imparare l'antifragilità

Antifragilità: quando la complessità ci fa brillare

«These are crazy days but they make me shine» cantano gli Oasis in All around the world.

Mentre leggevo Antifragile di Nassim Nicholas Taleb questa frase ha iniziato a girarmi nella testa e solo dopo un po’ ho realizzato la sua connessione con questo libro. Mi sembra che possa rappresentarne la colonna sonora ideale: nonostante la complessità del mondo che ci circonda – anzi, grazie ad essa – possiamo trovare l’occasione per far emergere il meglio di noi.

L’antifragilità, evoluzione della resilienza

In un mondo che si rinnova e cambia a una velocità senza precedenti, l’antifragilità è la naturale evoluzione della resilienza. Essere resilienti significa saper recuperare equilibrio dopo una perturbazione, come un albero che, piegato dal vento, torna nella sua posizione originale. Essere antifragili significa crescere, espandersi, migliorare proprio grazie a quella perturbazione. Un esempio di sistema antifragile è il nostro apparato muscolare, che si rafforza attraverso lo sforzo, ma possiamo guardare anche ai mercati finanziari che non solo sopravvivono alla volatilità, ma crescono grazie ad essa.

Imparare a essere antifragili grazie al coaching

Coaching e antifragilità hanno una stretta connessione. Il coaching consente infatti non solo di affrontare le crisi e i cambiamenti che impattano la nostra vita, ma di diventare migliori e più forti proprio grazie ad essi. E questo è il cuore dell’antifragilità, proprietà che caratterizza i sistemi che non solo sopravvivono allo stress, ma ne risultano potenziati.

Un buon percorso di coaching dovrebbe accompagnare una persona nell’esplorazione di ciò che i suoi «crazy days» le consentono di apprendere su sé stessa e sulle chiavi di lettura attraverso cui interpreta il mondo che la circonda. Domande potenti, ascolto attivo, riflessioni guidate, stimolano il coachee a trasformare la pressione in energia propulsiva, la crisi in opportunità, il dubbio in una nuova visione.

Il coaching è naturalmente orientato all’antifragilità attraverso alcuni principi fondamentali:

  • l’errore non è un fallimento, ma un elemento di informazione, un segnale per adattarsi e migliorare;
  • l’incertezza non è una minaccia, ma un contesto fertile in cui sviluppare nuove strategie e consapevolezze e aprirsi a nuove possibilità;
  • lo stress non deve essere solo gestito, ma sfruttato per comprendere cosa ci rafforza e cosa ci indebolisce.

Il coachee impara a uscire dalla logica della sola sopravvivenza, per entrare in quella dell’espansione attraverso la domanda «Questo evento difficile cosa sta rendendo possibile in me?»

Domande concrete per un percorso di coaching

Immaginiamo, ad esempio, una persona che, a causa di una ristrutturazione aziendale, vede cambiare completamente il proprio ruolo. La prima reazione può essere di paura, prova un senso di spaesamento, una perdita di controllo. Attraverso il coaching, tuttavia, può accorgersi che il cambiamento la obbliga a sviluppare competenze su cui non avrebbe mai lavorato, come parlare in pubblico, delegare, assumere decisioni più rapide. Il ruolo nuovo rimane impegnativo, certamente, ma diventa anche il contesto che rende possibile una nuova visione, più ampia, di sé. Senza quella scossa iniziale, le nuove capacità sarebbero rimaste silenziose.

Quando nel coaching alleniamo l’antifragilità non aiutiamo la persona a costruire una corazza, ma a sfruttare ciò che accade al di fuori di noi per trasformarlo in risorsa interna.

Il punto centrale diventa la consapevolezza di questo meccanismo di reinterpretazione: come leggo quello che sta accadendo? Che significato voglio attribuire a ciò che mi sfida? Quale identità sto costruendo attraverso questo momento? Ogni sessione diventa un esperimento: cosa accade se cambio punto di vista? Se introduco una nuova abitudine? Se esploro una capacità nuova?

Brillare attraverso le difficoltà

L’antifragilità non elimina la complessità, ma ci permette di attraversarla con una consapevolezza diversa. Brilliamo non nonostante le difficoltà, ma attraverso di esse. Diventare antifragili non è solo un vantaggio: è un atto di libertà. È la decisione di non lasciare che siano le circostanze a determinare chi siamo, ma di utilizzare ogni momento per scegliere chi vogliamo diventare.

Magari sono giorni folli… ma possono davvero farci brillare. E possiamo reintepretare il famoso ritornello dei fratelli Gallagher come «These are crazy days and they make me shine».

Silvia Fragola, Business coach, consultant e trainer

Silvia Fragola
Author: Silvia Fragola

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