La tecnologia accompagna la storia umana da sempre. Da quando l’Homo sapiens ha scheggiato una pietra per trasformarla in uno strumento sofisticato, fino ai microprocessori in silicio che abitano le nostre tasche, ogni salto evolutivo è passato da un’innovazione tecnica. Eppure, qualcosa oggi è diverso.
L’intelligenza artificiale – e in particolare l’AI generativa – non è “solo” una nuova tecnologia. Interagisce con il linguaggio, apprende da quantità immense di dati, produce testi, immagini e ipotesi. Inizia persino a nutrirsi dei propri stessi output: un passaggio inedito, che apre questioni cognitive, culturali ed etiche senza precedenti.
L’antidoto growth mindset
Nel dibattito su AI e coaching, il growth mindset viene spesso evocato come antidoto naturale alla paura del nuovo. Del resto, è uno dei pilastri delle competenze chiave ICF: un atteggiamento che invita all’apprendimento continuo, alla curiosità, alla disponibilità a mettere in discussione le proprie convinzioni. Ma è sufficiente?
La recente ricerca ICF su AI & Coaching, presentata a novembre alla Conferenza nazionale ICF Italia, introduce un elemento interessante, e per certi versi controintuitivo: l’adozione (o la mancata adozione) degli strumenti di AI da parte dei coach non dipende dal growth mindset. A fare la differenza sono piuttosto competenze specifiche come l’AI literacy, la capacità di mediazione uomo-macchina (di cui il prompting è solo una parte), e quella che potremmo definire una forma di metacognizione aumentata, ovvero la capacità di osservare i propri processi di pensiero mentre si interagisce con un sistema che produce senso in modo diverso dal nostro, per correlazioni e probabilità, non per esperienza e intenzione.
Pensare il cambiamento
Questo dato invita a spostare lo sguardo. Forse il nodo non è stabilire se un coach abbia una mentalità più o meno aperta verso la tecnologia, ma interrogarsi su come la tecnologia stia ridefinendo il contesto in cui il coaching avviene.
In gioco non c’è soltanto il coach che cambia, ma il coach che pensa il cambiamento: che legge le trasformazioni in atto, ne coglie le implicazioni profonde e si interroga sul proprio habitus professionale dentro sistemi sempre più potenti e opachi.
In questa prospettiva, è davvero interessante il capovolgimento proposto da Fausto Walter Turco, founder del “Punto digitale” su LinkedIn, riguardo un denso articolo di Carlo Purassanta, ex amministratore delegato di Microsoft Italia: la vera rivoluzione non è negli algoritmi, ma in noi. Non nella potenza di calcolo, ma in come ci poniamo mentalmente quando incontriamo tecnologie capaci di amplificare possibilità, introdurre errori inattesi, bias, automatismi e zone d’ombra.
Il coach è parte del cambiamento
Il coach non osserva questo cambiamento dalla riva, è immerso nel maelstrom insieme ai propri coachee. Dire, come si legge e si ascolta spesso, che “dobbiamo essere più umani” rischia di diventare una formula consolatoria se non accompagniamo l’umanità con lucidità, pensiero critico e consapevolezza del contesto. In gioco non c’è solo l’efficacia del coaching, ma la sua responsabilità culturale e professionale.
Se la vera rivoluzione non è negli algoritmi ma in noi, allora il growth mindset smette di essere una virtù rassicurante e diventa una responsabilità scomoda. Non serve a adattarsi più velocemente alla tecnologia, serve a non esserne assorbiti senza accorgercene. Non serve a rendere il coaching più efficiente, serve a mantenerlo pensante.
Forse il punto non è crescere di più, ma capire in quale direzione. E accogliere l’idea che, in questa fase storica, il compito del coach è aiutare il coachee a reggere la complessità del mondo, mantenendo vivo un pensiero capace di riflettere su di sé, connesso alla propria interiorità e vigile nelle scelte.
In un contesto che accelera e tende a semplificare, il coaching resta uno dei pochi luoghi in cui la complessità può ancora essere pensata.
Maria Rita Fiasco, Coach PCC ICF, Senior trainer e Management consultant
Foto: Maria Rita Fiasco | Venezia vista dall’isola di San Servolo









