Comunicazione scritta nel coaching digitale: rischi e opportunità

Scrivere (bene) nel digitale: una competenza da coltivare

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni, accelerata ulteriormente dall’ingresso massivo dell’Intelligenza Artificiale generativa e dei sistemi di messaggistica smart, ha trasformato profondamente le modalità della comunicazione scritta. Oggi non ci interfacciamo solo con interlocutori umani: chatbot, piattaforme, assistenti virtuali e agenti conversazionali sono ormai parte integrante dei nostri dialoghi quotidiani, anche in contesti professionali.

Questa rivoluzione impone una riflessione sul linguaggio che utilizziamo, soprattutto nei percorsi di coaching digitale, dove la parola scritta diventa spesso lo spazio privilegiato di relazione e sviluppo. La comunicazione mediata dalla tecnologia ha acquisito caratteristiche proprie: vicinanza al parlato, forte uso di anglismi, necessità di trasmettere emozioni e aspetti non-verbali attraverso emoji, punteggiatura espressiva o immagini.

Piattaforme come i•dive, pensate per il coaching in azienda, riflettono perfettamente questa trasformazione: spazi asincroni di scrittura personale e condivisa, palestre di allenamento linguistico, luoghi dove il coachee può esprimersi e allenarsi tra una sessione e l’altra.

Linguaggio come leva di vicinanza

Analizzando le esperienze dei coachee e dei coach, emerge un dato interessante: le persone cercano modalità espressive semplici, fluide e spesso emotive, anche nel contesto professionale. La comunicazione scritta non è più solo veicolo di istruzioni o reportistica, ma diventa spazio relazionale. Favorire una scrittura calda, coinvolgente e personale può migliorare l’ingaggio e l’efficacia del percorso.

In questo scenario, l’equilibrio tra spontaneità e consapevolezza diventa cruciale: un linguaggio troppo formale rischia di allontanare; uno troppo povero o impulsivo può ridurre la profondità della relazione.

Generazione Z e scrittura: nuove sfide educative

Per i più giovani – in particolare per la Generazione Z – il canale scritto rappresenta spesso un luogo di maggiore confidenza rispetto al dialogo orale. Tuttavia, questa preferenza è accompagnata da una comunicazione sempre più sintetica e visiva, ricca di simboli, abbreviazioni, elementi extralinguistici.

Se da un lato questa modalità favorisce l’espressione autentica e immediata, dall’altro rischia di impoverire il pensiero critico, la profondità argomentativa, la capacità di lettura e scrittura strutturata. È qui che il coaching digitale può giocare un ruolo formativo importante, offrendo spazi e occasioni per allenare la riflessione scritta e la cura del linguaggio.

Scrivere bene è (ancora) una skill

Nel contesto del lifelong learning, una formazione estesa lungo l’arco della vita, la competenza comunicativa scritta non è mai secondaria. Saper scrivere in modo efficace, empatico e coerente nel digitale significa saper ascoltare, restituire feedback, attivare consapevolezze. Per questo è importante formare le nuove generazioni (e anche quelle più esperte) a usare con consapevolezza lo spazio scritto: come leva di apprendimento, di relazione e di evoluzione personale.

Linkedin - Icone Social media e loghi  Oriana Cok, Amministratrice Delegata Gruppo Pragma

Oriana Cok
Author: Oriana Cok

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